🌿 Quando il mondo corre e il cuore chiede lentezza

🌿 Quando il mondo corre e il cuore chiede lentezza

Per circa un anno ho lavorato in azienda come Web Master: passavo le mie giornate al computer, al telefono con i clienti, rincorrendo consegne e obiettivi. Avevamo appena affrontato le pandemie del Covid-19, e quel periodo ha mosso qualcosa dentro me.

E tra una pandemia e l'altra, io e Davide siamo riusciti a coronare il nostro sogno di andare a vivere insieme (ahimè, per motivi lavorativi abbiamo lasciato la campagna per andare a vivere in città, a Torino) in un appartamento che avevamo appena ristrutturato, e nel rumore discreto della città ho iniziato a sentire una voce insistente: dovevo fare qualcosa per sentirmi viva, davvero.

Per paura di perdere la natura della mia campagna, nei mesi precedenti alla convivenza, tra una pandemia e l'altra, sono andata nel bosco vicino a casa dei miei genitori e ho raccolto rami grandi, nodosi, pieni di storie, e li ho lavorati finché sono diventati lampadari per la nostra nuova casa.

Tempo prima avevo creato per Davide uno di quei quadri “di muschio” (diciamo tutti così ma... è lichene!). Un piccolo mondo verde racchiuso in una cornice, un respiro portato a parete.

Un giorno di vuoto, un cassetto che si apre

C’è stato un momento in cui mi sono sentita persa. Non infelice, solo lontana da me.
Sono scesa in cantina, senza un vero motivo, e ho ritrovato una scatola con dentro quel lichene usato per il quadro. L’ho tenuto tra le mani e mi sono chiesta: “Ma non posso farci niente con questo lichene?”

Quella domanda è stata un interruttore. Ho ordinato l’occorrente, con l’entusiasmo timido delle prime volte, e ho iniziato a sperimentare. Ho provato, ho sbagliato, ho ricominciato. E un giorno, tra un tentativo e l’altro, sono nati i primi gioielli. Mi sono innamorata.

Estate 2021: l’inizio di un amore

Quell’estate ho capito che stava succedendo qualcosa: la natura, che avevo sempre portato nel cuore, stava diventando forma, luce, presenza. Non più solo un bisogno, ma un gesto.

Il 24 settembre 2021 (il giorno del mio compleanno) ho deciso di chiamare quel gesto con un nome: Deb’s Nature Art. Era la mia piccola scappatoia dal mondo, un rifugio verde dentro una sfera di vetro, un sì alla bellezza che resiste.

Ho iniziato a fare i mercatini. Preparavo ogni pezzo come si prepara un pensiero da regalare, facendo e disfacendo fino a sentire che “era giusto”. Ho incontrato persone che si fermavano a guardare, che riconoscevano in un fiore qualcosa di loro: una memoria, una promessa. Così, giorno dopo giorno, Deb’s è cresciuta, è diventata meno scappatoia e più casa. Mi sentivo a casa, o forse mi ero semplicemente ritrovata?

Dal laboratorio al cuore delle persone

All’inizio ero io e il tavolo di casa, con gli attrezzi che tintinnavano piano e il tempo che si allungava. Poi sono arrivati i mercatini, gli sguardi, le storie. Alcuni pezzi hanno accompagnato momenti importanti (promesse, ritorni, nuove partenze). Ogni volta che un gioiello trovava la sua persona, sentivo che Deb’s non era solo “mio”, ma era un ponte tra me, la natura e chi lo avrebbe indossato.

Poco alla volta, Deb’s Nature Art è diventato semplicemente Deb’s. Non un passatempo, non un esperimento, ma un cammino. Un modo di dire “sono qui” senza alzare la voce. Un invito a rimanere presenti, a proteggere ciò che è vivo, a lasciare che la delicatezza sia forza.

Non voglio fermarmi: anche se sono passati anni, ho appena cominciato.
Continuo perché ogni creazione è un atto di ascolto. Perché nel ritmo lento delle mani ritrovo la parte più vera di me. Perché quando qualcuno mi dice “questo gioiello mi fa sentire bene”, capisco che la bellezza non è un lusso: è una necessità umana.

Deb’s è nato così. Da un bosco che mancava, da un cassetto in cantina, da una domanda semplice e da un sì. Un sì che continua, pezzo dopo pezzo.

Questa storia parla anche di te

Se ti ritrovi in questo desiderio di cura e di verità, se cerchi un dettaglio che non segue la moda ma il tempo del cuore, allora forse Deb’s è già con te. Magari in un piccolo fiore che aspetta di diventare luce, in una sfera che custodisce un ricordo, in un fiore che non smette di rifiorire.

Deb’s, oggi, è questo: una piccola ma grande promessa. Un mondo naturale che si lascia indossare, per ricordarci, ogni giorno, di essere vivi.

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